Affacciati sulla città



Fotografia di Graziano Buschiazzo

Nel dicembre 1974 l'Italsider pubblica una strenna - ferro rosso terra verde - in cui i paesaggi intorno a tre stabilimenti siderurgici - Savona, Novi Ligure, San Giovanni Valdarno - vengono descritti da scrittori e fotografi. Savona: storia e natura (pp. 7-36) è affidata alla penna di Italo Calvino. Lo sguardo geografico-topografico muove dal Priamar, le piante fra i muri, l'orizzonte del mare con le navi, "a picco, sotto i muraglioni della fortezza, un cortile di fabbrica, dove vengono depositate delle sbarre di ferro, e un'alta struttura con un ponte e una cabina sollevabile, tutto in ferro". La descrizione degli spazi conduce a nuovi spazi, lungo le funivie del carbone, verso le montagne: affacciato sulla città Calvino suggerisce linee che si allungano e s'intersecano. "Potrei, per ognuno degli operai che vedo muoversi laggiù tra i capannoni della fabbrica sul mare, trasportando le lingottiere dentro le quali verranno fusi i lingotti d'acciaio, potrei stabilire per ognuno di loro il percorso che compie ogni mattina partendo da casa per arrivare a timbrare la cartolina all'ingresso della fabbrica, e il ritorno della sera, e così diramerei una raggera di linee su questa costa da Varigotti a Celle, e nell'entroterra fino ad Altare e a Carcare".



Su Calvino, geografo umanista, e sul paesaggio ligure, un saggio illuminante: Massimo Quaini, L'ombra del paesaggio. L'orizzonte di un'utopia conviviale (Diabasis 2006).




fotografie di Alessandro Bechis

Oggi Savona si affaccia su un'altra macchina, galleggiante: la nave crociera , che entra settimanalmente in quello che fu il porto dell'industria, del traffico delle materie. Entra alterando le proporzioni, giocando con le torri. Dalla grande nave non fuoriesce carbone, ma turisti allineati in fila sul ponte verso la Torretta. Si fanno i selfie con dietro la Costa, scenografia galleggiante.
I locali guardano la nave partire, appoggiati alla ringhiera. Al suono della sirena qualcuno saluta. Affacciati, spaesati.















 

                                              fotografie di Valeria Parodi





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